In questo articolo analizzeremo come si struttura la depressione.
Dal punto di vista del modello strategico i problemi che una persona può avere sono prodotti dall’interazione tra l’ individuo e la propria realtà. Un interazione continua tra se stesso, gli altri ed il mondo.
I comportamenti, le reazioni, in pratica i tentativi di soluzione che la persona mette in atto per cercare di superare il problema, complicano ulteriormente la situazione.
Tuttavia, pur essendo inefficaci e disfunzionali, queste tentate soluzioni
La Rinuncia
Quello che si è visto, nel corso del tempo, è che la depressione, pur avendo dei volti differenti, sia per origine che per espressione, ha in tutti i depressi un tentativo di soluzione fallimentare comune, la rinuncia.
La persona che rinuncia è “paralizzata”, rifiuta di fare qualunque cosa. Risulta demotivata, negativa, rallentata. Il piacere nella sua vita è assente e l’umore costante è all’insegna dell’assenza di speranza.
La rinuncia può essere parziale e quindi riguardare solo alcuni ambiti della vita della persona, o globale, in cui ogni ambito è compromesso e la persona è completamente annichilita.
La rinuncia parziale, spiega perché molte persone, ritenute depresse, riescano comunque ad avere un lavoro ed a svolgere le loro normali attività. Apparentemente tutto risulta “normale” ma dentro hanno un deserto emotivo.
Una persona delusa da un rapporto sentimentale, in cui si è sentita tradita e abbandonata, potrebbe lentamente rinunciare a ogni forma di coinvolgimento emotivo, credendo di rimanere protetta da ulteriori delusioni.
Qui la rinuncia parziale, riguarda il piano emozionale ma è evidente che il senso di insoddisfazione, investirà anche altre aree di vita del paziente.
Una volta che questa rinuncia parziale si irrigidisce, può espandersi e diventare globale e di conseguenza il disturbo depressivo diventare di ampia portata.
Altre tentate soluzioni disfunzionali, simili alla rinuncia, sono: l’aspettare, il rimandare e il non prendere decisioni.
Nell’attesa e nel non prendere decisioni ci sono delle sfumature simili. La persona non vede una possibile via d’uscita, crede di non poter cambiare la situazione e di conseguenza si ferma ad attendere gli eventi. Il caso, il destino, le altre persone, decideranno per lui.
La depressione da dove nasce?
Sembra che si strutturi da una credenza. Da un pensiero strutturato, radicato, rigido, tale per cui la persona non riesce a combattere o a superare e di conseguenza, rinuncia.
La credenza è una realtà soggettiva percepita come vera, il più delle volte la credenza non si costruisce sulla base di un’idea razionale.
Una volta che questa credenza si frantuma, di fronte a un evento inaspettato, inatteso, che assume i toni di una catastrofe, tutto ciò che ha funzionato prima e in cui si credeva, non funziona più. La persona essendo incapace di costruire una credenza nuova, alternativa, rinuncia.
L’evento è vissuto come inaccettabile perché non contemplato nella propria visione del mondo. Spesso si sente dire “Non doveva succedere”, “E’ inaccettabile”, “Nulla sarà come prima”.
E’ evidente che la persona non riesce a vedere in un modo differente l’evento, a dargli un significato diverso ma ne viene travolto, la sua credenza si frantuma e si arrende, rinuncia.
Questa rinuncia che può essere a livello di comportamento, idee o relazionale, fa sentire la persona una vittima che subisce la realtà. Il depresso pensa che la situazione sia immodificabile o comunque di non avere i mezzi per modificarla.
Ad esempio, una persona che viene licenziata, potrebbe sentirsi tradito dagli altri, che non hanno riconosciuto le sue capacità e la sua voglia di lavorare e pensare: “gli altri mi hanno tradito”.
In questo caso, invece di ristrutturare l’evento, dando una spiegazione alternativa, come ad esempio: “alcune persone possono tradire”, oppure, “può succedere che gli altri tradiscano”, rimane irrigidito sulla sua credenza crollata e ne osserva i cocci, impotente.
Tuttavia, come scritto all’inizio, la depressione assume vari volti, nel prossimo articolo, vedremo che varianti assume il quadro depressivo.
“Ogni uomo è due uomini: l’uno è desto nelle tenebre l’altro dorme nella luce” (Kahlil Gibran)