Dieta paradossale, un termine che per molti è ancora sconosciuto,però prima di capire di cosa si tratta, facciamo una premessa.
Le diete dimagranti funzionano? Certo, se seguite ti aiutano a perdere peso.
Si riescono a mantenere i risultati ottenuti? Nella grande maggioranza dei casi, assolutamente no.
Di conseguenza il problema non è seguire una delle numerose diete proposte da nutrizionisti, tv e giornali, il reale problema è il mantenimento di queste nel tempo.
In ogni dieta c’è un tentativo di controllo che fa perdere il controllo perchè non tengono conto che il nostro rapporto con il cibo si basa sul piacere. Ogni dieta invece si basa sull’idea del controllo, del sacrificio e della limitazione e nel tempo tutto ciò diventa insopportabile perché interferisce con la sensazione naturale del piacere.
Sempre più studi sulla mente dimostrano che essa è un tutt’uno con le nostre sensazioni primitive, come ad esempio la fame, di conseguenza queste sensazioni vanno gestite e non represse, per evitare squilibri che nel tempo possono portare anche a patologie importanti (disturbi alimentari)
Di seguito verranno illustrati i tentativi di soluzione fallimentari che vengono messi in atto da chi vuole perdere peso.
Tentativi che mettendo in atto la Dieta paradossale si vanno automaticamente ad annullare.
Infatti se in un primo momento possono sembrare logici, non tengono conto del contrasto tra sensazioni e volontà.
Più è proibito più lo desidero
Soluzione che sembra apparentemente logica è vietarsi i cibi calorici, ma questo porta a un paradosso, più è vietato , più lo desidero.
Alla luce di questo meccanismo, una dieta per non essere fallimentare, dovrebbe evitare di fare una rigida divisione tra cibi permessi e cibi proibiti.
Un successo che è apparente
In apparenza una dieta restrittiva mi fa perdere peso, anche a costo di un immenso sacrificio ma è proprio il successo nel perdere peso, che fa sì che in seguito tale sacrificio non sia più mantenuto.
Il cosiddetto effetto yo-yo che molte persone conoscono è dato da questo meccanismo. Ho un successo nel breve termine e un insuccesso nel tempo, ciò crea l’illusione che prima o poi riuscirò a mantenere il risultato ottenuto.
Per evitare le tentazioni, rinuncio
Questa strategia è messa in atto da persone che per mantenere la linea sono sempre sulla difensiva rispetto a ogni forma di tentazione alimentare. Rinunciano a ogni cosa li possa mettere in pericolo e far perdere loro il controllo sul cibo.
Questo comportamento conduce a un paradosso: se ho successo diventerò poco desiderabile, perché rigido e triste, sempre attento a mantenere il controllo e privandomi del piacere per il cibo. Se fallisco, avrò un crollo devastante, abbandonandomi completamente al mangiare ed al bere, ingrassando inevitabilmente.
Non ci riesco, mi lascio andare
Questa soluzione fallimentare ha il sapore della resa. Vi è una ribellione completa nei confronti del sacrificio alimentare. Per chi mette in atto questa strategia è impossibile stare a dieta, ogni volta che ci provano, falliscono, di conseguenza si lasciano andare al piacere della buona tavola. Solitamente interrompono anche l’attività fisica.
Consumo più di quanto mangio
Il meccanismo che scatta in questo caso è questo: “ dal momento che non riesco a stare a dieta, cerco di fare attività fisica e consumare più di quanto mangio”.
Ciò che non viene considerato è che i conti non tornano mai e questo in virtù del fatto che intervengono fattori psicologici che possono portare all’insorgenza di una vera e propria patologia.
Spesso l’esercizio fisico diventa una vera e propria ossessione diventando nel tempo insostenibile. Inoltre con molto esercizio fisico scatta una trappola: aumenta l’appetito sia per una naturale stimolazione fisiologica, sia perché il cibo diventa un premio dopo il massacrante lavoro fisico.
Inoltre un aspetto da non dimenticare è che l’attività fisica massacrante è difficile da mantenere nel tempo e anche se alcuni soggetti riescono a non mollare, spesso possono sviluppare una patologia denominata exercising. Un disturbo ossessivo-compulsivo che si manifesta in un ossessione irrefrenabile per l’attività fisica , con conseguenti abbuffate o per contro restrizione alimentare.
Mangio e poi vomito
Ai tempi dell’antica Roma si tenevano ricchi banchetti dove le persone si abbuffavano con quantità di cibo enormi per poi provocarsi il vomito e ricominciare a mangiare. Ai tempi nostri questo metodo inizialmente viene attuato per mantenere il peso o dimagrire ma nel tempo si trasforma in una compulsione irrefrenabile.
Mangiare e vomitare, è una patologia compulsiva che negli ultimi anni ha avuto un notevole sviluppo, anche se spesso viene confusa con la bulimia o l’anoressia. (puoi approfondire qui https://www.michelacampanella.it/vomitare-anoressia-bulimia/)
Anche questa strategia è una trappola che presenta degli svantaggi. Anche se la persona riuscisse a mangiare e vomitare, senza cadere nella patologia compulsiva, alla lunga non otterrebbe i risultati sperati. L’organismo tende a difendersi dagli effetti del vomito, trattenendo ciò che può senza più selezionare. Ciò che si voleva evitare si realizza e il corpo tenderà a prendere peso rapidamente e con minori quantità di cibo rispetto al solito.
Il miracolo della pasticca
In questo caso si assiste all’effetto delega , affidando la propria salute fisica a farmaci e cosmetici. Ogni farmacia ha in bella vista farmaci che riguardano l’alimentazione: prodotti dietetici, sostanze per non assimilare i grassi, regolatori intestinali, ecc. Questi prodotti nel peggiore dei casi sono totalmente inefficaci, nel migliore, possono rappresentare un coadiuvante accanto a un’alimentazione sana ed una regolare attività fisica.
Tuttavia il potere della pubblicità, li rende efficaci, seppure siano inutili e ingannevoli. L’effetto delega conferma alla persona di essere senza risorse, incapace di poter farcela da sola e questo è pericolosamente deleterio. Per mantenere la linea è importante che il soggetto si assuma la responsabilità di mantenere un peso sano e acquisisca fiducia nelle proprie risorse personali.
La Dieta paradossale
Avendo visto i tentativi errati che solitamente vengono messi in atto da chi decide di perdere peso e aver capito che anche se in un primo momento funzionano , poi cessano di produrre gli effetti desiderati, ne consegue che se vogliamo ottenere ciò che desideriamo dobbiamo mettere d’accordo piacere e controllo.
Le modalità fallimentari hanno in comune un aspetto, quello del tentativo di controllo che fa perdere il controllo, ma come abbiamo detto, è proprio questo tentativo di controllo attraverso divieti e restrizioni che rende più desiderabile il cibo.
Nei fatti, chi si concede il piacere di ciò che desidera, dopo un po’ non lo desidera più così tanto. Il concedersi il piacere può condurre all’acquisizione di un controllo equilibrato sul cibo.
Ed ecco che la soluzione più funzionale diventa la Dieta paradossale.
Se mi concedo ciò che mi piace, dopo un po’ questo smetterà di piacermi così tanto e diventerà possibile rinunciarvi senza fatica.
Ma così facendo non ingrasserò?
La domanda è legittima ma abbiamo detto che la razionalità in questo campo è poco efficace, ed è per questo che la nostra Dieta Paradossale, prevederà un’altra indicazione: concediti il piacere solo e soltanto nei 3 pasti.
Con questo stratagemma il piacere ed il dovere collaboreranno e ci sarà un processo di autoregolazione piuttosto che il controllo forzato. Il mantenimento della linea sarà un piacevole effetto collaterale.
“Nessuno può vivere senza il piacere” (T.d’Acquino)